venerdì 28 marzo 2014

Il cliente ha sempre ragione. Parte 7: Il cliente multi-task

Ricordate la pubblicità della Omnitel, quella in cui Megan Gale con in mano un cellulare delle dimensioni di un citofono scalava vette altissime e grattacieli di mille piani per poter fare una telefonata?
A me è sembrata sempre una pubblicità poco azzeccata, perché mi lasciava intendere che per per avere "campo" con questa compagnia telefonica, dovevi come minimo salire in cima all'Everest.

Ma credo che la maggior parte della gente, magari meno scettica di me, l'abbia presa da ispirazione per effettuare le proprie chiamate dai luoghi piú impervi e improbabili. E ovviamente il cliente del call center non fa eccezione.

Ed è così che nel bel mezzo di un'escursione nella foresta amazzonica o mentre sta sturando il lavandino del bagno o sta affondando nelle sabbie mobili, gli viene in mente che potrebbe risolvere quel dubbio che gli sta tanto a cuore, chiamando il suo call center di fiducia.

Tra l'altro approfitta delle di solito lunghe attese per portarsi avanti con suddette attività, e quando finalmente riesce a prendere la linea e sente la vostra voce pimpante e disponibile chiedere in cosa possiate aiutarlo, vi dice trafelato: "Un momento, un momento!" come se aveste aperto all'improvviso la porta del suo bagno e l'aveste beccato con i pantaloni a mezza coscia.
Pazientate alcuni istanti, durante i quali sentite ogni tipo di rumori che cercate di identificare: folate di vento, esplosioni in lontananza, ruggiti feroci o pianti di bambini.
Ma mai, mai, silenzio e tranquillità. Forse il cliente sceglie proprio questi momenti per chiamare il call center per avere un conforto mentre viene inghiottito dal fango o per condividere la sua soddisfazione quando infine sarà riuscito a disincagliare il gomitolo di peli dallo scarico del lavandino.

Ma questo non lo sapremo mai, perché dopo alcuni minuti, sarà lui stesso che sbuffando vi dirà che richiamerà più tardi.

E potete stare certi che la prossima volta aspetterà come minimo di essere attaccato da un orso feroce prima di ricomporre il numero.