venerdì 20 giugno 2014

Chiuso per ferie

Estate, tempo di vacanze, di viaggi, di mete lontane che appaiono finalmente raggiungibili. È da tempo che ci penso, almeno da marzo, quando i primi accenni di primavera mi fanno già agognare il caldo dell'estate. E siccome sono previdente, controllo molti mesi prima di avere tutto a posto per la vacanza che mi aspetta: sotto strati di maglioni e calzettoni di lana vado a stanare il costume che ogni anno mi ostino a  indossare allungando di volta in volta i laccetti sui fianchi, controllo le infradito per assicurarmi che siano lì nel loro scatolo in attesa di essere riesumate, e quando infine è la volta dei documenti, un terribile sospetto mi assale mentre la colonna sonora di Psycho fa da sottofondo all'espressione del mio viso. Sì, il passaporto scade tra 5 mesi, ma visto che sono stata previdente e attenta, ho ancora un bel po' di tempo a disposizione per chiedere il rinnovo. Però non ho fatto i conti con un piccolo particolare, ossia che essendo residente a Barcellona, regolarmente iscritta all'Aire (Anagrafe Italiani residenti all'estero), così come d'obbligo, dovrò inoltrare la richiesta di rinnovo al Consolato. Che com'è noto a chi vive da tempo qui, non si distingue certo per la celerità della sua burocrazia.
Ma fiduciosa e ligia al dovere, seguo scrupolosamente le indicazioni fornite dal sito del Consolato generale d'Italia a Barcellona, che mi propone diverse alternative, tra cui quella di poter sbrigare il tutto personalmente previo appuntamento da prendere on-line. Niente di più facile, se non fosse che risulterà assolutamente IMPOSSIBILE trovare un'ora libera nel calendario del Consolato. Qualcuno mi dice che c'è il trucco: bisogna collegarsi a mezzanotte, e allora, pare si azzerino i contatori e si riesca a trovare uno spazio libero. Macché. Resisto fino allo scoccare dell'ora fatidica e con il dito piú lesto del west faccio il tentativo. Niente da fare. Chiedo supporto a familiari a e amici, magari è un problema del mio navigatore, del mio computer, del mio karma. Niente, l'esito è sempre lo stesso: calendario saturo.
Ma non demordo: la spiaggia caraibica è sempre lì nei miei pensieri, mi sta aspettando. Quindi opto per la seconda opzione: inviare i documenti per posta. Tradizionale, sicura, affidabile raccomandata con ricevuta di ritorno alla quale affido le speranze della mia vacanza. Ma l'incubo della prenotazione on-line si ripresenta anche in questo caso, perché, spiega il sito del Consolato, una volta che avranno ricevuto i miei documenti, mi invieranno un codice con cui dovrò prendere appuntamento on-line per potermi poi recare di presenza negli uffici e rilasciare le impronte digitali, divenute obbligatorie dal 2010.
Stringo i denti e riacchiappo con un lazo immaginario la spiaggia che si sta allontanando sempre di più dai miei orizzonti...Del resto, penso, mancano ancora tre mesi alla partenza, impossibile che in tutto questo tempo non si possa sbrigare questo genere di pratica. Ma dando ascolto ai miei timori e oscuri presentimenti, passato più di 1 mese dall'invio della documentazione, durante il quale non ho ricevuto assolutamente nulla, entro nuovamente nel sito del Consolato e leggo questo inquietante annuncio, che giuro sui figli del console, fino all'ultima volta non c'era:
"SI RACCOMANDA AI RICHIEDENTI IL PASSAPORTO CHE OPTANO PER L’INVIO DELLA RICHIESTA PER POSTA o tramite la rete dei Consolati Onorari, DI EFFETTUARLO CON CONGRUO ANTICIPO RISPETTO ALLA DATA DI SCADENZA DEL DOCUMENTO (PREFERIBILMENTE 6 MESI)."
Sei mesi. Queste parole rimbombano nella mia testa e il loro rumore è uno tsunami che inonda la mia meravigliosa spiaggia caraibica fino a farla scomparire del tutto.
Continuo a leggere:
"AVVERTIAMO L’UTENZA CHE, STANTE L’ELEVATA RICHIESTA, I POSTI DISPONIBILI PER LA FASE FINALE TENDONO AD ESAURIRSI IN UN BREVE INTERVALLO DI TEMPO."
Fase finale? Ma che è? Amici di Maria de Filippi? Mi chiederanno un balletto o una canzone per poter avere quello di cui ho diritto come ogni cittadino, e in tempi che possibilmente non prevedano due cambi di stagione? Ma contro la burocrazia, purtroppo, c'è poco da fare, e se volessi fare un reclamo, anche in quel caso dovrei prendere appuntamento on-line.
Mentre saluto con un fazzoletto bianco la ballerina hawaiana sopravvissuta allo tsunami che ha ingoiato la mia spiaggia, mi riprometto che la tra 10 anni, alla prossima scadenza del mio documento, farò in modo di aver già chiesto la nazionalità spagnola.

p.s. ogni riferimento a persone e fatti realmente esistiti è totalmente ispirato a Ilaria.

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