lunedì 29 aprile 2013

Il cliente ha sempre ragione. O no?



Ormai il mondo dei call center non è più un segreto: la maggior parte dei ragazzi in cerca di prima occupazione passa per questo rito quasi obbligato, a prescindere dal titolo di studio, dall’età e dall’esperienza. La mia è cominciata per caso, direi quasi una prova, come suppongo nel caso di molti altri. Una prova che è durata quasi tre anni, durante i quali oltre a mettere a dura prova il mio equilibrio psico-fisico, ho avuto la possibilità di tracciare un quadro più o meno chiaro e corente del cliente-tipo che chiama il call center. Chi di noi non ha avuto la necessità di contattare un famigerato numero verde per chiedere informazioni o per risolvere un problema? Chi non si è affidato a una di quelle voci senza volto che credi sia lì solo ed esclusivamente per te, ti fa sentire un privilegiato con tanta gentilezza e il tono mellifluo con cui ti  promette che farà di tutto per offrirti il migliore servizio in assoluto perchè tu cliente non sei un cliente qualsiasi: sei il Cliente con la C maiuscola e in quel momento sei il centro del mondo dell’operatore. Non sospetti che in realtà anche tu sei solo una voce senza volto, un rumore di sottofondo nella giornata di una persona che appena avrà chiuso il telefono ti avrà dimenticato, lasciandoti dentro un misto di amarezza, delusione, un senso di inconcludenza che non riesci a spiegarti, un amaro in bocca che però ha un sapore vagamente conosciuto, perchè sì, alla fine è proprio quello: è la stessa identica sensazione che prova un amante tradito. Eppure ci si affida con estrema speranza e fiducia, ci lasciamo convincere dalle rassicurazioni di quella voce sconosciuta come se venissero dalla bocca di un genitore, ci fidiamo ciecamente come se a parlare fosse un angelo inviato dal signore che mai e poi mai potrebbe dire qualcosa che non sia soltanto la pura verità. Ma non voglio disquisire qui sulla qualità del servizio offerto dagli operatori di call center, al contrario, proverò a tracciare dal punto di vista proprio dell’operatore, un campionario variegato e ironico delle tipologie di clienti che a questo mezzo ricorrono per volontà o più spesso per necessità. Non pretendo ovviamente di tracciare un profilo psicologico, la mia intenzione è strappare un sorriso e se possibile una riflessione a chi si riconoscerà in qualcuno dei caratteri descritti.

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